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Recensione Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer, il cannibale di Milwaukee

Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer è un racconto thriller del 2022 targato Netflix, creato da Ryan Murphy (Glee, American Horror Story, Pose), su eventi realmente accaduti. Nel cast Evan Peters nei panni del protagonista serial killer, Niecy Nash ed Andrew ShaverDi seguito riportiamo la recensione della serie tv Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer, disponibile in streaming, prendendo in considerazione la trama, il cast e gli elementi più considerevoli della serie tv.

La Trama di Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer, la nuova serie Netflix

Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer rappresenta, sicuramente, uno dei più grandi successi di sempre su Netflix: di seguito è indicata la trama della serie tv in questione. La nuova serie di Ryan Murphy ripercorre in dieci puntate la vita del giovane americano Jeffrey Dahmer, dall’infanzia negli anni ’60 fino all’età adulta negli anni ’90; in quest’ultimo periodo verrà incarcerato e condannato a molteplici ergastoli per accuse di omicidio.

 


Si sottolinea sin da subito il rating delle puntate: la visione è vietata ai minori e sconsigliata ai deboli di stomaco, particolarmente a coloro che non sono avvezzi a elementi horror o splatter, caratteristiche riconducibili a molti prodotti di Murphy. Jeffrey ci viene presentato sin da subito come un ragazzino malinconico, introverso, dalle fantasie ambigue. La sua unica passione sembra essere quella di dissezionare carcasse di animale, per studiarne le interiora. Questa sorta di hobby muterà fino a diventare una vera e propria ossessione, una dipendenza per il ragazzo, che comincerà a commettere atti atroci nei confronti di una determinata comunità etnica, pur di perseguire le sue fantasie perverse, senza mai essere scoperto.

 

Le tematiche trattate nella serie Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer

Attraverso una narrazione blanda presente all’interno della serie Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer, Ryan Murphy ci parla nuovamente degli squilibri interraziali all’interno della società americana.  Non a caso il giovane Dahmer sceglie le sue vittime nei quartieri poveri sovraffollati dalla comunità afro-americana. Risulta più facile agire inosservato dove non ci sono controlli da parte della polizia, che negli anni ottanta parteggiava esplicitamente per i cittadini bianchi. Motivo per cui le richieste di aiuto da parte dei vicini neri di Dahmer non verranno mai accolte se non nell’ultimo caso estremo che lo condannerà per la vita.

 

Una linea narrativa secondaria pone interessanti dubbi sull’importanza della stabilità familiare. Senza fare spoiler importanti, il comportamento e le azioni di Dahmer vengono attribuite a uno stato di salute mentale precario; nello specifico il protagonista viene considerato da molti un pazzo. Questa descrizione della sua attitudine sarebbe in parte da attribuire, secondo la serie, a una vita familiare poco serena. I genitori di Dahmer hanno divorziato e la madre, inoltre,  faceva continuo uso di farmaci.

 

 

Come è tipico dei prodotti di Murphy, vi è inoltre un forte riferimento alla comunità LGBT, da sempre considerata una incompresa minoranza culturale. La serie sottolinea questo elemento sotto forma di denuncia sociale, ponendo gli individui in questione al centro della narrazione. La visione cruenta, esplicita e forte di molte scene potrebbe dissuadere alcuni spettatori a proseguire la storia, che utilizza uno stile di scrittura curato ma estremamente lento, ma ciò non deve essere per forza un difetto. Una volta immersi nella narrazione, la componente thriller fa il suo dovere, intrigando lo spettatore e portandolo per mano fino al finale, in attesa di un giusto verdetto.

L’interpretazione di Evan Peters nel ruolo del serial killer Jeffrey Dahmer

Evan Peters è da molti anni l’attore feticcio del regista e produttore Ryan Murphy ed è, naturalmente, attore protagonista anche nella serie tv Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer; è infatti raro vedere un suo prodotto senza la presenza del giovane attore americano, che si tratti di ruolo principale o secondario. Divenuto celebre al grande pubblico dopo aver recitato nell’acclamata serie antologica American Horror Story, Evan Peters sembra essersi affezionato a un tipo di personaggio ben definito: esseri umani tormentati, folli, che commettono azioni sconsiderate e nuocciono alle vite altrui. Anche questo è il caso, dato che interpreta (come citato finora nella recensione) un pluriomicida accusato di aver addirittura mangiato le sue vittime. 


Ciò che è certo è che, in quanto perno portante della serie, l’attore convince nel ruolo, e la continua ciclicità di intenti che ricorre in ciascuno dei personaggi da lui interpretati non può esser altro che sinonimo di garanzia per lo spettatore. Evan Peters è probabilmente uno degli attori più versatili e talentuosi della Hollywood contemporanea, seppure non abbia ancora un nome di richiamo mainstream. Il suo Dahmer,  così compassato, flemmatico e taciturno è estremamente fedele all’originale, il che evidenzia lo studio affrontato dall’attore prima di cimentarsi in un ruolo così complesso e difficilmente compatibile. Performance promossa.

Voto:
3.5/5
Andrea Barone
0/5
Andrea Boggione
0/5
Christian D'Avanzo
1.5/5
Paolo Innocenti
4/5
Carmine Marzano
0/5
Alessio Minorenti
0/5
Vittorio Pigini
0/5
Giovanni Urgnani
0/5
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Generi:

PRO