Articolo pubblicato il 23 Settembre 2022 da Christian D'Avanzo
L’episodio di questa settimana è diretto nuovamente da Wayne Che Yip, e riporta sul piccolo schermo tutte e quattro le storylines presentate, concentrarsi sul tema del viaggio e sull’importanza degl’intenti comuni per fronteggiare il nemico, l’oscurità che incombe sulla luce.

La trama prosegue
L’inizio mostra la migrazione dei Pelopiedi, assente nello scorso episodio. Lo Straniero, dopo aver parlato con Nori, si dimostra di grande aiuto sventando un attacco dei lupi impegnati ad inseguire le giovani Hobbit. Nel farlo, si ferisce ad un braccio che poi cerca di curare, rischiando però di fare del male a Nori, che si spaventa. Nel frattempo, si palesano tre nuove figure mai viste, tra cui probabilmente un(a?) Elfo/a, che sembrano cercare informazioni sul meteorite atterrato. Parallelamente Adar, è pronto a procedere con la sua missione, ora che il tunnel è stato completato. Bronwyn avvisa i suoi compagni del pericolo e dell’ultimatum del nemico. Alcuni uomini delle Terre del Sud si schierano al suo fianco, mentre altri decidono di giurare fedeltà ad Adar. In tutto ciò a Numènor si svolgono gli ultimi preparativi prima di partire alla volta della Terra di Mezzo. Parte della popolazione non è d’accordo con la decisione della Regina di prendere il largo, dunque c’è aria di divisione interna. Tra questi Earien e Kemen, il quale prova a convincere il padre ad opporsi, ma senza risultati. A quel punto decide di agire da solo e fa saltare alcune navi. Isildur cerca di fermarlo, ma non vi riesce e alla fine è anche costretto a salvarlo prima dell’esplosione. Galadriel e Halbrand hanno un duro confronto e delle verità vengono a galla perché da lui dipende la decisione di Mìriel di partire. Alla fine, il futuro re delle Terre del Sud decide di fare quanto richiestogli dall’Elfa e le truppe partono. Nel Lindon, invece, Elfi e Nani si confrontano a tavola: Elrond si rende conto di essere stato usato dall’Alto Re, per la sua amicizia di lunga data con Durin. Gil-galad, infatti, è in cerca del mithril, che secondo la leggenda contiene la luce del perduto Silmaril. Da questo confronto con il suo re, Elrond scopre che la razza elfica è in pericolo. Il loro declino è vicino e solo il mihtril potrebbe aiutarli. Senza gli Elfi nella Terra di Mezzo, gli eserciti del male avrebbero senza dubbio la meglio e a quel punto sarebbe la fine di tutti i popoli del mondo. Elrond dice la verità a Durin, che di pronta risposta si dice disposto ad aiutare l’amico; l’unico problema sarà convincere suo padre.

Cosa ne consegue?
Dopo aver raggiunto la metà della prima stagione con lo scorso episodio ed il finale con un climax tale da presuppore l’inizio dell’epicità e della sommossa nei confronti del male, ciò non avviene immediatamente ma, ancora una volta, ci troviamo di fronte dialoghi riflessivi e ad una presa di coscienza. Non a caso vengono riprese tutte le storylines, e non a caso ci vengono piano piano svelate più informazione per dare forma ai misteri presenti nella narrazione. Da una parte, il minutaggio concesso a Numènor è maggiore, dall’altra però porta avanti tutte le altre storie: lo Straniero che per curarsi tenta di ghiacciare il braccio nell’acqua ci dimostra quanto i suoi poteri siano considerevoli e soprattutto, legati agli elementi naturali; Durin ed Elrond riscattano definitivamente la loro amicizia in virtù della promessa fattasi in precedenza, rappresentando l’unione tra due popoli ed il conseguente bene comune che se ne trae; Arondir motiva Theo e Bronwyn pur scoprendo la verità oscura sulla chiave posseduta dal ragazzino, legata alla spada di Sauron e oggetto del desiderio di Adar ed il suo esercito di Orchi. Egli si sta confermando un villain sì misterioso, ma altrettanto spietato. Non è ancora chiaro se lavora per Sauron o se segue i suoi interessi, ma ciò supponiamo di scoprirlo prossimamente. Gli eventi a Numènor dimostrano come il dialogo tra i popoli sia importante e come il tormento di Galadriel sia inevitabilmente legato a quello di Halbrand. Il fatto che ognuno in città segui i propri interessi personali però, rallenta l’unione e depotenzia la difesa contro l’oscurità che incombe. L’Elfa, tra l’altro, viene invitata da Elendil ad istruire i cadetti, futuri guerrieri. E infatti l’azione messa in scena dal regista, in questo episodio, è convincente nella totalità dei casi seppur inserita minormente in confronto al precedente di cui avevamo elencato qualche incertezza. La conclusione dell’episodio mostra come i popoli pian piano stiano unendo le forze per reagire all’esercito di Orchi, che parallelamente vediamo risalire la torre per conquistarla al cospetto di Arondir e Bronwyn. Molto suggestiva la sequenza appena descritta, così come l’allargamento dell’inquadratura muovendo la macchina da presa all’indietro intenta a mostrare la solennità delle tre navi partite per la Terra di Mezzo. Quinto episodio che si prende, giustamente, i suoi tempi prima dei grandi eventi pronti a sconvolgere lo spettatore. Ormai ci siamo, dal prossimo ci aspettiamo quanto promesso dal climax di quest’ultimo.