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Monica: la reale sensualità del cambiamento

Come altro film in concorso al Festival di Venezia 2022 troviamo stavolta “Monica”, il quale racconta di una donna transgender dall’omonimo nome che va a trovare suo fratello per occuparsi di sua madre malata… tuttavia le due non si incontrano da prima che Monica facesse l’operazione, per questo la madre non riconosce ancora suo figlio diventato ormai una donna che è tornata a casa in attesa che quest’ultima riveli la sua vera identità.

Il regista Andrea Pallaoro decide di utilizzare i 4:3 per evidenziare in più punti la sensualità di Monica: il film, che si concentra molto sulle sue abitudini femminili nella prima parte dove spesso la protagonista è da sola, evidenzia quanto la figura della bravissima attrice Patricia Clarckson, realmente transgender anche fuori dall’opera, sia un pezzo di carne che pulsa di vita ed ha un animo sensibile che solo la femminilità è capace di dare. Estremamente lodevole ed intelligente è infatti la scelta di rivelare la sua identità transgender dopo i primi 20 minuti attraverso indizi sottili, in modo che lo spettatore che non conosce l’attrice pensi che il suo sesso esista fin dalla nascita. In altre parole: Monica è una donna vera e lo si vede in ogni singola inquadratura.

La seconda parte del film è invece molto incentrata sulla ricerca di riconoscibilità di Monica da parte della madre, che però lei non cerca mai attraverso una rivelazione didascalica, ma cerca di farlo avvertire alla madre attraverso i suoi comportamenti affettuosi verso quest’ultima, sperando di cancellare la paura di non essere accettata a causa delle sue origini. Tale paura si evolve lentamente in un’integrazione familiare che poi si trasforma in una profonda tenerezza. In questo modo, il film dimostra che l’integrazione è possibile ed anche per una transgender abituata ad essere discriminata è possibile trovare la pace.

L’opera tuttavia pecca di essere troppo lunga a causa di diversi momenti che si ripetono e che rischiano di dilatare cose semplici in maniera eccessiva. Inoltre la mancanza di didascalismo è eccessiva, perché se da un lato funziona perché non ci sono mai spiegoni, dall’altro lato è un errore non rivelare mai la vera identità di Monica attraverso un dialogo ma solo attraverso degli indizi. Per quanto sia semplice arrivare alla conclusione, sarebbe stato opportuno aggiungere una scena rivelatoria per un pubblico generalista, dal momento che la strategia della mancata rivelazione iniziale dei primi venti minuti citata prima vuole convincere proprio gli spettatori più inconsapevoli e più ignoranti sull’argomento. Data la responsabilità che il film vuole assumersi, l’unica mancanza didascalica richiesta sarebbe stata fondamentale.

In conclusione, “Monica” è un’opera che poteva puntare più in alto con le sue ambizioni ed ha diversi problemi di ritmo, ma la sua tenerezza ed il modo in cui riesce comunque a mostrare la reale sensualità femminile unita alla ricerca di amore riesce comunque ad ottenere un risultato decisamente dignitoso seppur non eccellente.

Voto:
3/5
Andrea Boggione
0/5
Christian D'Avanzo
3/5
Carlo Iarossi
0/5
Paolo Innocenti
0/5
Carmine Marzano
0/5
Alessio Minorenti
0/5
Paola Perri
0/5
Giovanni Urgnani
0/5
0,0
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Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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