Machete: Il supereroe di Robert Rodriguez

Articolo pubblicato il 29 Luglio 2022 da Carlo Iarossi

Nel 2007 Robert Rodriguez coinvolse il suo amico e mentore Quentin Tarantino in un progetto a dir poco folle: portare al cinema un grande omaggio ai film exploitation: B-Movie di rottura, a basso budget, che sacrificavano valori artistici per portare sullo schermo sesso e violenza e che, il più delle volte, venivano proiettati nei drive-in in coppia, al prezzo di uno. Nacque così il progetto “Grindhouse”, diviso, per l’appunto, in due film: “Planet Terror” di Rodriguez e “A prova di morte” di Tarantino, intervallati da vari fake trailer, dal tono quasi parodistico, diretti da loro amici e, tra questi, uno in particolare, diretto dallo stesso Rodriguez, fu il trampolino di lancio per realizzare nel 2010 un film su un personaggio che il regista messicano aveva in mente da tempo: Machete.

Machete Cortez è un agente federale messicano la cui famiglia viene sterminata dal suo capo corrotto e dal signore della droga Rogelio Torrez. Emigrato in Texas, viene assoldato da un uomo di affari per assassinare un senatore criminale e razzista. L’incarico si rivela però una trappola e il nostro eroe si troverà a dover affrontare, con l’aiuto dell’agente Sartana Rivera e del capo di una banda di rivoluzionari messicani Luz, un complotto segreto orchestrato proprio dallo spietato Torrez. 

“Machete” è Exploitation puro! Tutto è sopra le righe e portato all’eccesso e sesso e violenza la fanno da padrone. Rodriguez si diverte un mondo nel portare sullo schermo quella storia e quei personaggi e noi con lui. La pellicola è sporca e rovinata, la fotografia quasi bruciata dal sole del Texas, tutto è fatto per ridare quel feeling da drive-in anni ‘70. “Machete” è un film che non vuole in alcun modo prendersi sul serio e fa di tutto per farcelo capire. Non per questo va però sottovalutato e dietro la sua grana grossolana si nasconde tutto il talento di un autore che sa il fatto suo. L’azione è diretta magistralmente e il ritmo della pellicola non scende mai, perfettamente bilanciato e orchestrato. I suoi (non molti) 105 minuti scorrono ancora più velocemente e ci lasciano con il profondo desiderio di volerne ancora di più. In una così voluta demenzialità non mancano però profondità e una bella dose di intelligenza. Rodriguez utilizza un contesto caciarone e dissacrante per affrontare un argomento importante e a lui molto caro come l’immigrazione clandestina tra Messico e Stati Uniti, nascondendo sotto una coperta di eccessi e divertimento una critica sociale spietata che non fa sconti a nessuno, siano essi politici, affaristi o clero.

Ed è proprio nei suoi personaggi caricaturali e grotteschi che il film trova la sua maggiore forza. Il Machete di Danni Trejo è un personaggio inattaccabile e imbattibile che sembra quasi essere una parodia sporca e improbabile di un supereroe Marvel o uno 007 messicano che al posto dei gadget ha i coltelli. Intorno a lui un cast ricchissimo che si diverte a stare al gioco e a prendersi in giro. Robert De Niro è un senatore senatore McLaughlin subdolo e approfittatore dall’epigolo a dir poco inaspettato, Cheech Marin un prete decisamente sui generis, Jeff Fahey uno spietato imprenditore tutto d’un pezzo che si rivelerà avere dei punti deboli a dir poco esilaranti, Michelle Rodriguez una rivoluzionaria con mitra e benda sull’occhio. L’unica che forse resta ancorata ad un personaggio più realistico è Jessica Alba con la sua agente Sartana. Fantastico è poi l’uso che fa Robert Rodriguez di attori come Steven Seagal, Lindsay Lohan, Tom Savini e Don Johnson in un quasi gioco metacinematografico con lo spettatore, la storia e la natura stessa della star. 

“Machete” è un film che vuole prima di tutto divertirsi e divertire, fatto con tanto cuore che si percepisce ad ogni inquadratura. Una summa di tutta la filmografia e la poetica di Robert Rodriguez di cui ne è probabilmente il manifesto e il capolavoro. Un film che proprio per la sua scanzonatezza può permettersi anche di portare al cinema elementi di critica così spietati che difficilmente in altri contesti si avrebbe osato affrontare in quel modo e con tanta sfacciataggine. Un film nel parlarvi del quale non voglio dilungarmi troppo, sebbene ci sarebbe ancora tanto da dire, per permettervi di scoprirlo e riscoprirlo in ogni suo piccolo dettaglio e citazione, rigorosamente insieme ad un’ampia comitiva, facendovi una montagna di risate in compagnia.

Voto:
4.5/5
Andrea Barone
0/5
Andrea Boggione
4/5
Christian D'Avanzo
0/5
Paolo Innocenti
3.5/5
Carmine Marzano
3.5/5
Alessio Minorenti
0/5
Paola Perri
0/5
Giovanni Urgnani
0/5