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La Meravigliosa Favola Di Biancaneve: il primo remake live action di un classico d’animazione Disney

La Meravigliosa Favola di Biancaneve recensione

Viviamo nell’epoca del cinema nostalgico ed una delle principali rappresentazioni di questa tendenza sono i classici d’animazione Disney che vengono riadattati in remake live action, basti pensare ai famosi “La Bella E La Bestia” di Bill Condon e “Il Re Leone” di Jon Favreau. Quando si pensa a tale tendenza, a molti viene in mente “La Carica Dei 101: Questa Volta La Magia E’ Vera” di Stephen Herek, poiché quest’ultimo è stato realizzato almeno 10 anni prima che la moda esplodesse e quindi viene visto come l’opera che ha anticipato l’attuale strategia della Disney. Tuttavia non molti sanno che tale moda sia stata invece anticipata molto più tempo prima con “La Meravigliosa Favola Di Biancaneve” di Ertem Göreç, remake di “Biancaneve E I Sette Nani” uscito nel 1970. Esattamente: il primo film d’animazione della storia del cinema è anche il primo ad aver avuto un remake con attori in carne ed ossa.

 

Immagino il dubbio di molte persone: come mai ne avete sentito parlare così poco? Come mai un’opera così importante non è presente nel catalogo di Disney Plus? La risposta è molto più semplice di quanto si pensi. Dalla fine degli anni 60 fino alla seconda metà degli anni 80, il cinema Turco cercò spesso di cavalcare i fenomeni globali che avessero appeal negli spettatori. In particolare, la Hisar Film ebbe l’ambizioso obiettivo di realizzare remake di tre grandi cult per famiglie: “Biancaneve e i Sette Nani”, “Il Mago Di Oz” e “Cenerentola“. Non si trattava degli scult realizzati molti anni dopo come “Turkish Rambo“, poiché tali progetti prendevano molto sul serio la loro realizzazione. Questa operazione però non è stata finanziata dalla Disney o dalla MGM, motivo per cui i primi due film vennero distribuiti in pochissimi paesi al di fuori dalla Turchia mentre il terzo fu alla fine presentato come un nuovo adattamento della fiaba originale dei Fratelli Grimm, senza più rifarsi quindi al classico d’animazione per non rischiare come con Biancaneve.

 

Tra i pochi paesi in cui il film su Biancaneve riuscì ad arrivare ci fu proprio l’Italia, dove l’opera, vista come una potenziale gallina dalle uova d’oro dai distributori nostrani, fu addirittura presentata al Giffoni Film Festival. Non c’è da meravigliarsi, dal momento che per molti bambini fu la prima volta che dei personaggi animati iconici della Disney prendevano vita attraverso dei volti reali… e così il film divenne molto popolare specialmente nelle sale di seconda visione, venendo proiettato più volte per molti anni. Per cavalcare il successo del film, “La Meravigliosa Favola Di Cenerentola“, che, come abbiamo detto, non fu più il riadattamento del classico Disney inizialmente previsto, venne presentato nei poster italiani proprio come tale. Tuttavia, dopo un’uscita in VHS, Biancaneve sparì completamente dalla circolazione per evitare problemi legali con la Disney. Ma dopo tutto questo tempo, meriterebbe di essere riscoperto?

 

Visivamente parlando, il film è abbastanza povero ed utilizza una tecnica registica abbastanza banale e poco più curata di un musicarello con protagonista Nino d’Angelo, fatta eccezione per alcune belle inquadrature in cui l’alba emerge dalle montagne. Più interessanti invece sono i costumi e le scenografie che riprendono maniacalmente gli stessi design dell’opera originale di Walt Disney. Per esempio sono impressionanti alcuni dettagli della casa dei sette nani, come le incisioni sui gradini delle scale, anche se comunque non mancano alcune pecche (lo specchio magico è abbastanza risibile ed il trucco della strega posticcio). La colonna sonora originale è stata completamente ricomposta per l’edizione italiana, ottenendo delle tracce musicali semplici e con pochi accordi ma comunque molto orecchiabili.

 

Gli attori risultano invece convincenti: si vede che gli interpreti dei nani (che siano bambini o no) si sono divertiti molto ad interpretare i loro personaggi, ma soprattutto il volto di Zeyenep Degirmencioglu riesce a trasmettere tutta la dolcezza di Biancaneve così come il volto di Suna Selen fa trasparire tutta la cattiveria della regina, dando vita ad un casting azzeccatissimo. Il doppiaggio italiano inoltre è eccellente.

 

L’opera è ben consapevole di non poter assolutamente utilizzare la potenza simbolica del capolavoro del 1937, così i suoi punti di forza, al di là dell’ottimo cast, li trova nella caratterizzazione dei personaggi che prende vita nei dialoghi. Nel film infatti vengono mostrate le origini di Biancaneve e l’ascesa al potere della regina malvagia, la quale riprende le idee iniziali di Walt Disney che poi in seguito verranno scartate, dimostrando che le persone che hanno lavorato al film si sono documentate parecchio prima di mettere mano alla produzione. Viene infatti trasposto addirittura un momento che si rifà al cortometraggio “Il Ritorno Di Biancaneve” (opera mai realizzata e nata dalle scene eliminate del lungometraggio), espediente narrativo che aumenta il numero di notti trascorse da Biancaneve a casa dei nani. Tali scene vengono inserite per aumentare l’empatia dei personaggi: è impressionante quanto la cattiveria della regina venga estremizzata per aumentare nello spettatore il senso di tragedia e di dolore di Biancaneve, esaltando di conseguenza l’innocenza e la bontà infinita della principessa. Molto spazio lo riceve anche il principe salvatore, il quale ha l’aspetto di un avventuriero temerario e ribelle ispirato alla figura del principe Filippo in “La Bella Addormentata Nel Bosco“.

 

Nonostante l’opera sia rivolta ad un pubblico per famiglie, essa non rinuncia a mostrare delle scene apertamente crudeli (c’è un impressionante numero di morti), rappresentando l’intera storia del personaggio come una favola macabra che riesce ad essere più leggera solo grazie alla gentilezza creata non solo da Biancaneve ma soprattutto dai nani, i quali si contrappongono con momenti davvero divertenti e ricchi di spensieratezza. Tutti questi momenti rendono il film abbastanza scorrevole e permettono un affezionamento istantaneo ai personaggi. L’intensità delle scene mostrate ha l’obiettivo di evidenziare le emozioni che gli spettatori possano sentire negli occhi di Biancaneve, per poi essere scioccati dalle parti più distruttive fino ad essere rasserenati subito dopo… e l’opera ci riesce. Infatti si vede che, nonostante tutti i limiti tecnici e la qualità abissale rispetto al capolavoro originale, il cuore che è stato messo nella realizzazione del film è molto alto e, rispetto ad opere multimilionarie odierne della Disney che si limitano a riprodurre il classico Disney per strizzare l’occhio al pubblico, il tentativo di dare al film un’identità precisa che diventi un’alternativa ed un tributo al classico originale rimane molto forte e riesce nel suo intento di intenerire e divertire. Speriamo che prima o poi una casa di distribuzione italiana trovi il modo di riportarlo in vita con un restauro al posto del bacio.

Voto:
3/5