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Jurassic Park: La nascita dell’intrattenimento contemporaneo

Molte volte per esaltare la tenuta nel tempo di un’opera cinematografica, specialmente se di intrattenimento, si usa la proverbiale locuzione “questo film non è invecchiato di un giorno”.

Ebbene con questo articolo cercherò di mettere in luce i motivi per i quali questo modo di dire calza a pennello a questa pellicola del 1993, diretta da Steven Spielberg, che dalla sua uscita il 10 Giugno 1993 nelle sale degli USA non ha perso un grammo del suo smalto ma ha anzi accresciuto sempre di più la sua innegabile fama di cult e di capolavoro del suo genere.

Parlare di “Jurassic Park” nel 2022 può sembrare superfluo se non per ricordarne le scene iconiche o per esaltarne nuovamente l’incredibile resa degli inossidabili effetti speciali (insuperati da quelli non-autoriali della, fino ad ora scadente, saga di Jurassic World), eppure questo film offre ancora molti spunti di riflessione soprattutto se paragonato alle pellicole blockbuster del cinema d’intrattenimento contemporaneo. Si fa infatti un grande parlare negli ultimi anni di cosa sia il cinema e se prodotti quali quelli Marvel possano essere considerati tali oppure se siano soltanto dei grossi parchi divertimento in cui il senso della vertigine scaturito dalla potenza dell’effetto speciale azzeri qualsivoglia discorso intellettualmente valido intorno al film e minimizzi gli sforzi volti a ottenere una valida costruzione drammaturgica. “Jurassic Park”, che nel 1993 vendette circa 88 milioni di biglietti solo in Nord America avendo dunque un impatto paragonabile se non superiore a quello di pellicole come “Avengers Endgame” o “Black Panther”, è una risposta piuttosto eloquente (e oramai anche datata) alla questione. Il film non nasconde per un secondo la sua struttura di parco divertimenti; personaggi sembrano per tutta la durata della pellicola muoversi lungo rotaie predefinite e il tragitto da loro compiuto è sostanzialmente ellittico, finendo dove comincia (come accade anche nel più recente “Mad Max: Fury Road”). Questo lungometraggio, nonostante ciò, oltre a cambiare per sempre l’approccio agli effetti speciali sul grande schermo, è in grado di regalare un trittico di protagonisti e uno stuolo di personaggi secondari, spesso tratteggiati con poche ma efficaci pennellate, da antologia. Come avviene anche ne “Lo Squalo” infatti a rendere appassionante e coinvolgente la storia è l’incredibile umanità dei personaggi, le loro fragilità, le loro frustrazioni che spesso tramite il dialogo e il contatto con il prossimo trovano vie di risoluzione.


Significa questo che la critica mossa da parte di molti grandi autori ai blockbuster contemporanei sia priva di fondamento? Come spesso avviene la risposta non è facile e nemmeno univoca, se infatti “Jurassic Park” può essere ritenuto un esempio virtuoso di questo modo di far cinema è anche vero che i suoi epigoni della saga di Jurassic World finiscono per tradire tutte le basi drammaturgiche ed espressive che hanno invece reso il film di Spielberg un classico intramontabile. Non che questi film non provino a riutilizzare gli elementi presenti in questo film, infatti le componenti sembrano esserci tutte ma, oltre a mancare un senso di stupore che invece rimane immutato nella visione del film del 93, i personaggi sembrano essere caricature o addirittura parodie di quelli originali. Basti pensare alla scellerata gestione dei personaggi interpretati da giovani attori nella saga di Jurassic World. Se infatti da una parte abbiamo Spielberg che prosegue, anche sulla scia dei suoi film precedenti a rielaborare e affrontare gli eventi traumatici e i rimossi della sua infanzia, dall’altra abbiamo una pigra scopiazzatura o una goffa rilettura dei protagonisti del capostipite in questione. Non tutti gli artisti sono in grado di salvaguardare fino a tarda età il fanciullo interiore che alberga in loro ed evidentemente questo non è avvenuto con i creativi dietro il reboot di questa saga anni 90.

 

E’ dunque sicuramente possibile al giorno d’oggi creare blockbuster che siano artisticamente più che meri parchi giochi pur tuttavia bisogna riconoscere che il sempre più ampio dispiegamento di mezzi a disposizione delle major hollywoddiane sembra aver fiaccato il fuoco creativo di molti e la fatica per tali colossi a trovare nuove voci che sappiano fondere cinema autoriale e commerciale è sotto gli occhi di tutti. Nella peggiore delle ipotesi potremmo comunque continuare a rifugiarci nello splendido e stimolante turbinio che caratterizza uno dei film di intrattenimento più belli della storia del cinema, ovvero “Jurassic Park”.