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Lo sceicco bianco: “il sogno è un baratro fatale”

Distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 6 settembre 1952, co-scritto e diretto da Federico Fellini a partire da un soggetto di Michelangelo Antonioni, la colonna sonora è firmata da Nino Rota. Nel cast sono presenti: Alberto Sordi, Brunella Bovo, Leopoldo Trieste, Ernesto Almirante, Jole Silvani e Giulietta Masina.

I coniugi Cavalli, Ivan e Wanda, sono in viaggio di nozze a Roma per incontrare i parenti di lui, stesso luogo ma progetti diversi. Se infatti il marito ha già tutto il programma della giornata da trascorrere, Wanda invece vuole coronare il suo sogno di incontrare dal vivo il suo idolo, protagonista del suo fotoromanzo preferito, precedentemente i due si sono scambiati una corrispondenza promettendosi di incontrarsi. Ma l’incontro non raggiunge le aspettative che Wanda si era creata, Fernando Rivoli all’apparenza si mostra come figura idilliaca da sempre immaginata, la sua visione è un raggio di luce, si tocca il cielo con un dito e lui dall’alto scende mettendosi al pari dei comuni mortali come Wanda. In realtà il suo fascino e la sua dolcezza non sono altro che in funzione di un singolo obiettivo, egli esercita il suo potere per aggiungere un altro “trofeo” alla collezione, l’ennesima occasione per autocelebrarsi e farsi compiacere, poco importano le bugie raccontate per aggraziarsi una ragazza innocente giunta lì semplicemente per vivere un momento di felicità.

La vera natura di un uomo si dimostra nel momento del rifiuto e come volevasi dimostrare Fernando accortosi che non vi era alcuna possibilità di ottenere quello che voleva, egli si rivela per quello che è, un viziato capriccioso e paraculo, pronto anche ad aggredire verbalmente colei che fino a poco fa era trattata da principessa. La maschera è caduta, il passaggio da immaginazione a realtà ha lo stesso effetto di uno schiaffo in faccia, doloroso proporzionalmente alla meraviglia provata durante il sogno. Lo stesso effetto lo si prova durante il passaggio dalla provincia alla città, appaga più l’idea che l’effettiva permanenza come se “l’attesa del piacere è esso stesso il piacere” ma quando si calpestano le strade e ci si muove entro le sue mura, lo stupore fa a sportellate con lo spaesamento.

Parallelamente alla ricerca dello “sceicco bianco”, Ivan cerca di destreggiarsi in maniera assai disperata con i suoi parenti per nascondere la scomparsa della novella sposa. Interessante notare come per tutta la durata della pellicola si preoccupa soprattutto di salvare il suo onore e la sua possibilità di carriera sia a forte rischio per lo scandalo che potrebbe venire alla luce, preoccupato perché l’agenda prefissata non sia rispettata, la preoccupazione per la moglie e la sua incolumità passa in secondo piano. Il tour prefissato non è altro che la vita di tutti i giorni, decisa dalle convenzioni imposte dalla società, si deve seguire un programma stabilito, si nasce, si cresce, ci si sposa e si cerca di fare carriera ma forse l’esperienza vissuta potrà accendere qualcosa nel cuore dei nostri protagonisti oppure è esclusivamente l’accettazione passiva e rassegnata della realtà dopo il violento risveglio?

P.S.

“Na cartolina?”

Giovanni Urgnani