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I Dimenticati: “Solo Contro Tutti” di Gaspar Noé

Vi presentiamo la rubrica “I Dimenticati”, sezione in cui analizziamo dei film cinematografici davvero validi che però, per vari motivi sfortunati, non vengono particolarmente discussi e potrebbero non avere nemmeno un’edizione home video nel nostro paese.

Inizieremo con un autore molto discusso: Gaspar Noé. Si tratta di un cineasta famoso per fare delle opere molto controverse, attraverso delle bizzarrie che sono difficili da trovare nel cinema. Ovviamente nella sua controversia è estremamente divisivo e nella sua nicchia crea schiere tra chi lo definisce un provocatore fine a sé stesso e chi invece lo reputa estremamente coraggioso e profondo.

Noi siamo apprezzatori del regista e percepiamo che non se ne parli abbastanza. I cinefili potrebbero già conoscerlo bene e quindi abbiamo voluto addentrarci nella sua opera meno discussa, ovvero il suo esordio ai lungometraggi intitolato “Solo Contro Tutti”, opera che al momento è completamente assente nel mercato italiano poiché non è mai uscita un’edizione fisica nemmeno per il supporto dvd.

“Solo Contro Tutti” è uscito nel 1998 ed è il seguito di “Carne”, un mediometraggio stupendo dalla durata di 40 minuti che potete trovare su YouTube con i sottotitoli italiani dato che in Italia non esiste. Se non avete voglia di guardarlo, cosa che io vi sconsiglio perché è davvero di grande qualità, state tranquilli che il lungometraggio all’inizio racconta tutto quello che è successo in “Carne”.

La trama riguarda un uomo anziano che ha una figlia autistica a cui vuole tanto bene, ma a causa di una brutta faccenda non necessaria, quest’uomo finisce in prigione e perde sia il lavoro che sua figlia. Dopo essere uscito di prigione intraprende una relazione con una donna, ma lui non crede più in niente ed il rischio che ad un certo punto esploda è alto.

Si tratta dell’unico film di Gaspar Noé che non ti da la sensazione di non aver mai visto qualcosa di simile in generale, perché esso è un omaggio a “Taxi Driver”, ma andiamo con ordine. La regia è davvero ottima, realizzata principalmente attraverso un’impostazione geometrica interessante, con dei punti che a volte nemmeno riprendono i volti umani per sottolineare la comunicazione che in realtà non trasmette nulla. Ad un certo punto ci sono anche degli scatti improvvisi di macchina, accompagnati da un suono d’impatto ma fastidioso, per spaventare o anche solo infastidire lo spettatore per sottolineare il fatto che il protagonista possa sbroccare presto. La fotografia di Dominique Colin è di un grigiore spento, che rispecchia la quotidianità urbana.

Per quanto riguarda la recitazione sono tutti in parte, ma quello che veramente buca lo schermo è Philippe Nahon, il quale con la sua splendida espressività ti trasmette la sua apatia mischiata alla disperazione, con una voce che davvero non sembra percepire più nulla se non fastidio. L’attore purtroppo è morto da poco a causa del Coronavirus e questo è un grande peccato, quindi approfitto di questa recensione per omaggiarlo.

Come stavo dicendo prima il film si rifà a “Taxi Driver”, volendo raccontare la storia di un uomo che si sente incompreso dal mondo intero, che non riesce a socializzare con le persone a causa della sua condizione e ad un certo punto decide che non può più reggere, programmando di fare delle cose non proprio belle. La struttura è quella, ma Gaspar Noé decide di andare in una direzione alternativa. Il film è una fortissima denuncia alla mancanza di tutela nei confronti del popolo, perché c’è una forte crisi economica che non permette alle persone che non appartengono a dei ceti più alti di riuscire a sopravvivere. Questa mancanza di sopravvivenza crea molta più rabbia nei confronti del mondo intero e non è un caso che il protagonista spesso rilasci dei commenti del tutto fuori luogo contro le persone che non appartengono al suo paese o abbiano un orientamento sessuale diverso, perché c’è bisogno di trovare un nemico comune.

Il problema tuttavia non c’è solamente nel divario tra poveri e ricchi, ma nella società stessa con i suoi giudizi, perché quest’ultima non permette il reinserimento degli individui in essa e crea ancora più disperazione. Ma la ciliegina sulla torta e forse il nucleo totale di tutto, è la mancanza di rapporti sociali. Le scene della relazione tra il protagonista ed una donna sono davvero cattive, perché tra di loro non c’è assolutamente alcun briciolo di apertura e comprensione e questo causa solamente male. La mancanza di affetto quindi è la goccia che fa crollare l’uomo in generale, e questo fa pensare al nostro protagonista che l’esistenza stessa dell’essere umano non ha senso e siamo tutti destinati a sparire senza che a nessuno freghi niente di noi.

Non è un caso infatti che durante gli avvenimenti, nel film non viene pronunciato il nome di nessun personaggio, perché ciò sottolinea la massa di corpi senza uno scopo su questa terra che noi siamo sempre secondo il punto di vista del protagonista, perché tutti questi eventi sono visti attraverso i suoi occhi. L’unica persona di cui viene pronunciato il nome è la figlia del protagonista, perché è l’unica verso cui l’uomo prova vero affetto, affetto tuttavia che lo uccide perché non può occuparsi di lei.

Il film è davvero una distruzione stessa dell’anima, fa veramente stare male… e quando vuole mostrarti una scena brutta ci dà dentro senza pensarci due volte. Penso che, senza fare spoiler, la scena del bambino sia straziante e girata con una maestria sia nelle riprese che nel montaggio, per non parlare della scena con la scritta che appare davvero geniale e che ti mette ancora più ansia. Questi momenti che vi ho appena citato, accompagnati da un montaggio stupendo, mostrano già quel tocco di unicità che successivamente ingloberà totalmente Gaspar Noé. Questa mancanza di affetto e di comprensione è sicuramente un pugno, ma è un pugno che serve a far riflettere lo spettatore su come si possa evitare che questo pugno arrivi.

“Solo Contro Tutti” è un’opera straordinaria ed uno dei più grandi esordi che siano mai esistiti. Se bisogna parlare di individui che non riescono ad adattarsi alla società e si ribellano nel modo più sbagliato a questa società, “Solo Contro Tutti” è uno dei più grandi esempi che ci siano e se amate opere come “Taxi Driver” e “Joker” va assolutamente visto. In Italia il film non è arrivato perché facciamo schifo, a differenza della seconda opera di cui parleremo adesso.

Il film non ebbe particolare successo di pubblico (cosa che accadrà con l’opera successiva “Irreversible”), ma servì già per attirare una fetta della critica con particolare interesse e far capire che Gaspar Noé è un autore che all’epoca aveva già tanto da dire. Con il nuovo interesse che il pubblico ha per i film in cui i personaggi sono soli contro la società, sarebbe anche ora che pure in Italia quest’opera arrivi doppiata attraverso un’edizione blu-ray.

Andrea Barone